Voto Arcobaleno
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Elezioni, Arcigay tira le somme di VotoArcobaleno: 417 adesioni, nessuna dal centrodestra

02/03/2018

Bologna, 2 marzo 2018 - Sono in tutto 417 le adesioni raccolte dalla piattaforma VotoArcobaleno (www.votoarcobaleno.it), lanciata da Arcigay per sondare i candidati e le candidate delle prossime elezioni rispetto a 5 obiettivi: matrimonio egualitario, riforma delle adozioni, riforma della legge 40 (estensione della fecondazione eteronoma a donne single e coppie di lesbiche), legge contro omotransfobia e diritti delle persone trans. Il maggior numero di adesioni è giunto dalla lista Liberi e Uguali, a partire da quella del leader Pietro Grasso: in tutto 146 firme. Seguono Potere al Popolo! (134 adesioni), Partito Democratico (51), Più Europa con Emma Bonino (31, tra cui la stessa Emma Bonino), Movimento 5 Stelle (23), Insieme (14), Per una sinistra rivoluzionaria (11), Civica Popolare Lorenzin (2), Partito Comunista (1), Lista del popolo per la Costituzione (1). Nessuna adesione è giunta dai partiti della coalizione di centrodestra. Il monitoraggio ha portato anche a identificare alcune candidate e candidati sostenuti dall'associazione, persone per la quali la stessa comunità lgbti, attraverso i comitati territoriali di Arcigay, ha testimoniato un impegno concreto. Tra Camera e Senato, sono più di ottanta i promossi e le promosse di Arcigay: nel Partito Democratico spiccano Monica Cirinnà in Lazio,  Sandra Zampa e Giuditta Pini in Emilia,  Irene Manzi nelle Marche, Fabio Giambrone in Sicilia, la ministra Valeria Fedeli in Toscana, Alessandro Zan in Veneto,  Tommaso Cerno in Friuli, Magda Zanoni  e  Mauro Laus in Piemonte; vento in poppa da Arcigay per Antonio Rotelli, avvocato pioniere della cause lgbti e fondatore del circolo di Ferrara, in corsa per Liberi & Uguali in Puglia; sotto lo stesso simbolo, e con lo stesso vento a favore,  corre anche in Lombardia  Luca Trentini, ex segretario nazionale dell'associazione;  pollice in alto, nella lista di Pietro Grasso anche  per Vasco Errani e Maria Cecilia Guerra in Emilia, Lara Ricciatti nelle Marche, Silvana Accossato in Piemonte, Giulio Cavalli in Lombardia, Celeste Costantino in Abruzzo. Tra i promossi di + Europa ci sono Yuri Guaiana e Leonardo Monaco in Lombardia e Marco Perduca in Toscana. A Napoli Arcigay sostiene con convinzione Maria Rosaria Malapena, portavoce  delle persone lgbt con disabilità, candidata nella lista di Potere al Popolo. In quella stessa lista scatta il verde anche per  Francesca Coppo in Liguria e  Judith Pinnock in Emilia. Attenzione anche ai semafori rossi, che segnalano omofobi, no gender e sentinelle in piedi candidati anche nelle liste più insospettabili.
 "La campagna VotoArcobaleno - commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay - ci consegna, alla vigilia del voto, uno strumento per conoscere i candidati e le candidate oltre le nebbie degli slogan e della propaganda. La mappa delle adesioni inoltre ci dice già qualcosa sui connotati della classe dirigente che andrà a comporre il prossimo Parlamento: innanzitutto non esiste una destra liberale, europea, in grado di parlare di diritti. La destra che entrerà nel prossimo Parlamento, a qualsiasi latitudine o sfumatura, non vuole discutere di matrimonio egualitario o di lotta all'omotransfobia, anzi in alcuni casi fa propaganda promettendo su questi temi arretramenti. Tra le restanti forze in campo, salta all'occhio il riscontro debole dei partiti di massa, che sembrano delegare il tema dei diritti ai partiti minoritari: un segnale amaro, che però corrisponde alla percezione che abbiamo oggi nel rapporto con la politica. Ora però  tocca a tutti e tutte noi: è con il voto infatti che costruiremo le condizione per realizzare i punti che abbiamo sottoposto ai candidati e alle candidate. Come associazione abbiamo scelto di non sposare un simbolo ma di mettere a disposizione di tutte le persone che lottano per i diritti civili e sociali una lente di ingrandimento. A quello sguardo abbiamo offerto, con trasparenza, anche il nostro giudizio, perché fosse uno degli elementi su cui riflettere. Non ci resta che rivolgere il nostro ostinato appello ad andare tutte e tutte domenica a votare", conclude Piazzoni.

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Elezioni, Arcigay lancia Votoarcobaleno: cinque richieste ai candidati e un sito per monitorarli

19/02/2018

Bologna, 19 febbraio 2018 - Sono cinque le richieste che compongono la piattaforma che Arcigay rivolge ai candidati in vista del voto del prossimo 4 marzo. La campagna si chiama Votoarcobaleno e oltre a impegnare i candidati e le candidate su alcuni temi, offre all'elettorato un sito web (www.votoarcobaleno.it) attraverso il quale monitorare le liste e scovare i più "friendly" o "unfriendly". "Per la comunità lgbt - spiega Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay -  in questo snodo si gioca la possibilità di tenere aperta la stagione dei diritti, che durante l’ultima legislatura ha dotato questo Paese di una legge che riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso. Come in ogni elezione, i partiti hanno già stilato liste di proposte e promesse, in molti casi  insufficienti a recuperare il grave ritardo dell’Italia su questi temi e a mettere mano perciò concretamente alle diseguaglianze che frastagliano il nostro tessuto sociale. Arcigay, aprendo un dibattito all’interno dei suoi 56 comitati presenti su tutto il territorio nazionale, ha stilato un elenco di cinque richieste prioritarie da rivolgere ai futuri eletti e alle future elette del Parlamento italiano. Una piattaforma concreta, possibile e praticabile, su cui misurare la volontà reale della politica di farsi carico delle istanze delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali. Matrimonio egualitario, cioè il superamento dell'istituto giuridico ad hoc per le coppie di gay e lesbiche e la definitiva messa in sicurezza del riconoscimento delle coppie omosessuali. Una legge contro l’odio omotransfobico, che faccia tesoro degli errori del passato e sappia farsi strada con strumenti efficaci e rapidi, perché l'odio in Italia è un'emergenza; la riforma delle adozioni, da aprire a single e coppie same sex, e la tutela dei diritti dei minori che già vivono in famiglie omogenitoriali; l’accesso alla fecondazione eterologa per donne lesbiche e single, superando un'esclusione assurda della sgangherata legge 40; infine, un welfare che accompagni il percorso di depatologizzazione della condizione trans.  Cinque obiettivi concreti per costruire un orizzonte fatto di autoderminazione, orgoglio, uguaglianza. Abbiamo racchiuso questi traguardi in una piattaforma,- conclude Piazzoni - sulla quale chiediamo pubblicamente l’impegno  dei candidati e delle candidate". Attraverso il sito www.votoarcobaleno.it Arcigay monitorerà le adesioni e le renderà pubbliche. Per l'esattezza, nella pagina web di ciascun candidato o candidata confluiranno l'adesione alla piattaforma, l'eventuale giudizio dell'associazione e alcune informazioni (dichiarazioni e rassegna stampa) utili a raccontarne il profilo. Infine, gli internauti potranno attraverso i pulsanti "mi piace" e "non mi piace", determinare il fattore arcobaleno dei candidati e delle candidate e contribuire a stilare una graduatoria dei nomi più "friendly", condividendo il proprio consenso o il proprio dissenso attraverso i profili twitter e Facebook. L'auspicio è che alla viglia delle urne gli elettori possano disporre di uno strumento utile ad esprimere un voto consapevole. Già da oggi, comunque, sono visibili i primi semafori rossi o verdi, che riguardano intere liste (rosso totale per Casapound e Popolo della famiglia, per citare due esempi) o nomi particolari, presenti tanto a destra quanto a sinistra. Il semaforo verde più convinto è naturalmente quello a Monica Cirinnà, pasionaria delle legge sulle unioni civili, che ha già sottoscritto la piattaforma di Arcigay e che corre per il bis al Senato in Lazio. Altro nome col vento in poppa è  Yuri Guaiana, l'attivista lgbti fermato a Mosca alcuni mesi fa e che corre nella lista +Europa di Emma Bonino; la stessa Bonino ha già sottoscritto la piattaforma di Arcigay e gode dell'apprezzamento dell'associazione. Pollice in alto anche per i democratici Tommaso Cerno e Silvia Fregolent, pronti a sostenere le battaglie di Arcigay. Cartellino rosso invece per Massimo Bitonci, il famigerato sindaco antigender che corre con Salvini per la Camera in Veneto, così come per Eugenia Roccella, candidata nella coalizione di centrodestra nel bolognese e che promette l'annullamento delle unioni civili. Sempre a Bologna il semaforo è rosso per  Valentina Castaldini, la "sentinella in piedi" candidata alla Camera nel partito di Beatrice Lorenzin, nella coalizione di centrosinistra, la stessa che all'uninominale al Senato candida Pierferdinando Casini, altro bocciato eccellente di Arcigay. Numerose adesioni alla piattaforma stanno giungendo dalle formazioni di sinistra, cioè Potere al Popolo e Liberi e Uguali. Ed è già scattato il verde per Rossella Muroni, ex leader di Legambiente, candidata con LeU in Umbria, Toscana e Puglia.   Da oggi al 4 marzo il sito sarà aggiornato continuamente con le informazioni provenienti dalle sedi territoriali di Arcigay,  dai candidati e dalle candidate ma anche dall'elettorato. Il sito Votoarcobaleno contiene anche una guida al sistema elettorale, per assistere le persone nella comprensione della nuova legge. Inoltre, il sito  permette a ciascun  elettore o elettrice di visualizzare, inserendo il luogo di residenza, tutti i nomi che troverà sulla scheda elettorale, organizzati secondo le liste di appartenenza. Elezio

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Minacce di morte a Tommaso Cerno, Arcigay: “Clima avvelenato, serve reazione compatta di tutte le forze democratiche”

07/02/2018

Bologna, 7 febbraio 2018 - "Le gravi minacce rivolte sui social network a Tommaso Cerno sono l'ennesimo sintomo di un clima avvelenato che non può essere assolutamente tollerato": lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: "nel trasmettere la nostra piena solidarietà al candidato democratico, sentiamo l'urgenza di rivolgere un appello affinché tutte le forze che hanno a cuore la democrazia mettano in campo un rifiuto inequivocabile nei confronti della violenza che vediamo strategicamente iniettata in questa stagione elettorale. Arcigay ha già dato la propria adesione alla manifestazione che Anpi ha indetto per sabato 10 febbraio a Macerata, a seguito del grave atto di terrorismo di cui la città è stata teatro, per portare la solidarietà di tutto il Paese alle vittime. Ci auguriamo che quella manifestazione sia l'occasione ineludibile per le forze democratiche di questo Paese di mandare un segnale forte a chi specula sulla paura e inietta violenza. In gioco c'è il riconoscimento dei valori fondativi della nostra Carta costituzionale, che vengono prima di qualsiasi corsa elettorale: e su quei valori - conclude Piazzoni - non è tollerabile alcuna ambiguità".

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Elezioni, Arcigay commenta il sondaggio di Euromedia Research

23/01/2018

PIAZZONI: "PROGRAMMI INSUFFICIENTI,  ELETTORATO TRASVERSALE  CHIEDE PIù DIRITTI"
Bologna, 23 gennaio 2018 - "Ciò che più colpisce nell'osservare le cifre del sondaggio commissionato dal Gay center di Roma sugli orientamenti dell'elettorato rispetto alle istanze lgbt, è senza dubbio il fatto che a un sostegno ampio e trasversale dell'elettorato a queste istanze, corrispondano programmi elettorali pavidi, lacunosi se non addirittura del tutto insufficienti": lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: "Il fatto che porzioni molto ampie di elettorato dichiarino una sensibilità spiccata ai temi del contrasto all'omotransfobia rappresenta un richiamo sonoro alla politica e a come questa campagna elettorale si presenta già dalle prime battute: innanzitutto il discorso d'odio non paga, questo è un monito chiaro che speriamo tutti e tutte vogliano raccogliere, soprattutto nella coalizione di centrodestra. A chi esibisce manifesti ipocriti e polverosi sulla cosiddetta famiglia tradizionale, deve giungere l'avvertimento che quel disprezzo per la diversità e per la pluralità di forme familiari di cui è piena la società non genera consenso, anzi rischia di essere un clamoroso boomerang, dal momento che gli elettori e gli elettrici, proprio come i leader politici tra l'altro, vivono in famiglie molto diverse, "tradizionali" solo talvolta, ma in molti casi monogenitoriali, basate sulla convivenza, ricomposte, formate da persone dello stesso sesso ecc.L'elettorato insomma è molto più evoluto di chi vi si rivolge con quei manifesti o addirittura con espressioni sulla "razza", come abbiamo tristemente letto in questi giorni. Ma c'è dell'altro: alla sensibilità dell'elettorato alla questione dei diritti corrispondono programmi elettorali che, ad oggi, sembrano ignorare quasi totalmente questi temi o li trattano con una prudenza o una vaghezza del tutto inopportune. In questo senso facciamo un appello al coraggio, che deve essere un ingrediente centrale di chi decide di chiedere il voto ai cittadini e alle cittadine: bisogna alzare la posta in gioco, tracciare orizzonti che parlino di uguaglianza e di libertà. E non bisogna, al contrario, nascondersi né tantomeno vivere di rendita, cercando di raccogliere consenso sui traguardi raggiunti (ad esempio la legge sulle unioni civili), senza essere in grado di puntare a  nuovi obiettivi, tutti urgenti e indispensabili. Con l'uscita delle liste dei candidati e delle candidate - annuncia Piazzoni - Arcigay presenterà una piattaforma programmatica e la sottoporrà a tutti coloro in corsa per un seggio in Parlamento: sarà interessante a quel punto capire come i singoli candidati e le singole candidate intendano riempire i vuoti che oggi notiamo nei programmi elettorali", conclude Piazzoni.

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LGBTI verso le urne: appunti per la campagna elettorale

19/01/2018

Nella Legislatura che ci lasciamo alle spalle la comunità LGBTI ha tagliato il traguardo della legge sulle unioni civili, una legge che non ci ha consegnato la piena uguaglianza che da sempre chiediamo, ma ha segnato il primo riconoscimento istituzionale dell’esistenza delle nostre famiglie, riconoscendo diritti e tutele fondamentali, e innescato al contempo un cambiamento culturale ampio nella nostra società, tuttora in corso. Tuttavia, al fianco di questa vittoria legislativa e di tutti i suoi corollari istituzionali, non possiamo non registrare come le altre istanze di carattere legislativo su cui abbiamo focalizzato in via privilegiata la nostra attenzione siano rimaste inevase, dalla implementazione di leggi e politiche efficaci a contrasto e prevenzione di ogni forma di discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere, al riconoscimento della capacità genitoriale per le persone LGBTI e i conseguenti diritti dei nostri figli. Diversi fattori negativi rischiano di sbarrare la strada al proseguo della nostra azione. È evidente - e preoccupante - innanzitutto lo spostamento di parte dell’opinione pubblica verso posizioni più conservatrici, nel migliore dei casi, se non addirittura illiberali, populiste e reazionarie, che strizzano l’occhio ai movimenti neofascisti e neonazisti, in Italia come in Europa, e recentemente anche negli Stati Uniti. Questo clima di arretramento culturale dal quale pochi Paesi europei sono immuni, è caratterizzato da un fenomeno per noi ancora più inquietante: la saldatura d’intenti e di azione tra le forze neofasciste e il movimento anti-gender. Un’alleanza che abbiamo visto all’opera nell’ultimo anno con azioni combinate contro gli interventi di prevenzione al bullismo nelle scuole, contro iniziative culturali e in generale nell’ostinata intenzione di diffondere una paranoia collettiva legata alla fantomatica “ideologia gender”. Dopo il tema “migranti”, è evidente come il tema “LGBTI” e in generale tutti i diritti e le libertà sessuali, siano in cima all’agenda politica di questa coalizione reazionaria. In questo contesto, la questione dei bambini viene usata come muro tra le persone LGBTI e la società, venduta come ultima frontiera della resistenza contro la dissoluzione della società e della nazione. E infatti la paura irrazionale su come le persone LGBTI possano corrompere o minacciare i bambini è stata usata per spazzare via la stepchild adoption dalla legge sulle unioni civili, ostacolare il nostro lavoro nel mondo della scuola e bloccare ogni ragionamento attorno ad una riforma inclusiva della legge sulle adozioni. Per rilanciare la nostra narrazione di società aperta e inclusiva delle diversità e dare una risposta efficace all’erosione culturale in corso con l’avanzata reazionaria. è necessario puntare senza ambiguità sui valori della libertà e della diversità, imprescindibili per lo sviluppo sano della società, delle famiglie e dei singoli individui . Consci di questo gravoso compito, però, dobbiamo anche sapere che è fondamentale e urgente giocare un ruolo attivo ed efficace nell’imminente passaggio elettorale, stimolando i candidati e le forze politiche sulle istanze per noi centrali, cooperando nel dare evidenza pubblica a quei candidati che danno supporto alle nostre istanze e mettendo l’opinione pubblica - LGBTI e non - nelle condizioni di sapere con certezza a chi sta consegnando il proprio voto. Dobbiamo perciò necessariamente concentrarci su alcuni punti sui quali chiedere un impegno diretto alla politica. Quello che proponiamo è un programma che non esaurisce lo spettro di rivendicazioni e di impegno di Arcigay, ma che ci permette di ingaggiare con efficacia il processo elettorale e coinvolgere l’opinione pubblica su cinque punti specifici:
  • Legislazione per la creazione di un istituto matrimoniale unico per le coppie a prescindere dal sesso dei coniugi.
  • Provvedimenti legislativi a contrasto e prevenzione dei crimini d’odio, delle violenze e discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
  • Legislazione che allinei la nostra normativa a quella dei paesi più avanzati, che riconoscono il percorso verso la depatologizzazione della condizione trans attraverso l’assunzione del principio di libertà di autodeterminazione della persona.
  • Possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso e per i singoli.
  • Possibilità di accesso alle pratiche di procreazione medicalmente assistita per le coppie omosessuali tramite modifica alla legge 40, riconoscimento della genitorialità alla nascita e risoluzione delle problematiche di riconoscimento del rapporto genitori figli per le famiglie omogenitoriali già esistenti.
Questa sintesi è l’esito del documento politico discusso e votato nel Consiglio nazionale Arcigay del 25/26 novembre scorsi.

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