Capogna Gianmarco
Candidato/a alla Camera
per il collegio plurinominale Lazio 2 - 02 (Posizione in lista: 3)
Ha aderito alla piattaforma
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Biografia
Classe 1989, sono laureato magistrale in Scienze Internazionali. Sono specializzato in politiche europee di non discriminazione e da anni mi occupo di diritti e questioni di genere. Dopo aver collaborato e militato nelle associazioni mi avvicino alla politica e contribuisco a fondare Possibile, lanciato da Giuseppe Civati. Per Possibile seguo i temi legati ai diritti LGBTI ed al contrasto ad ogni forma di discriminazione. Nell’ultimo anno ho viaggiato in diverse zone d’Italia per conoscere associazioni ed attivist* ed ho partecipato alla stesura del Manifesto politico del partito che ha espresso parole chiare sui temi dei diritti. Sono delegato all’assemblea nazionale di Liberi e Uguali e ho contribuito a scrivere la parte del programma “Uguaglianza nei diritti”.
Aderisco alla piattaforma di Voto Arcobaleno perché c’è bisogno di un nuovo “patto sociale di cittadinanza” tra istituzioni e cittadini, che garantisca a tutte le persone, non più discriminate o di “serie b” ma con uguali diritti, tutele e libertà, di concorrere, come singoli e come comunità, allo sviluppo della nostra Repubblica.
Risposte all’appello di Voto Arcobaleno
1 – MATRIMONIO PER TUTT*
Assolutamente d’accordo
La legge sulle Unioni civili non può essere considerata l’obiettivo finale, ma solo un primo timido passo di cammino più lungo. Deve essere centrale rilanciare l’impegno verso il matrimonio egualitario. Un impegno che diventa un dovere irrinunciabile, proprio perché colmando le lacune, superando le differenze imposte per legge, nessuno dovrà sentirsi escluso o discriminato nel nostro paese. Per questo motivo le Unioni civili devono essere estese a tutti i cittadini, e serve la totale uguaglianza legale delle coppie LGBTI a quelle eterosessuali con il pieno riconoscimento dei legami affettivi e familiari.
2 – ADOZIONI PER SINGLE E COPPIE DELLO STESSO SESSO
Assolutamente d’accordo
Serve, dal mio punto di vista, la riforma complessiva del diritto di famiglia capace di superare le oggettive discriminazioni esistenti oggi in Italia che creano situazioni di serie A e di serie B. Tale riforma deve essere finalizzata al pieno riconoscimento di tutte le nuove tipologie di rapporti familiari e preveda l’estensione delle adozioni a singoli e coppie senza alcuna discriminazione per orientamento sessuale e/o identità di genere. È necessario facilitare la trascrizione dei certificati di nascita dei bambini nati all’estero e superare lo strumento delle adozioni speciali per aggirare il vuoto legislativo: a colmare questo vulnus deve essere la politica e non la giurisprudenza con una legge che consenta “l’adozione piena e legittimante” per i bambini che già vivono in una famiglia con due genitori dello stesso sesso e che consenta il riconoscimento alla nascita da parte di entrambi i genitori.
3 – LEGGE DI CONTRASTO E PREVENZIONE DELLE VIOLENZE E DELL’ODIO OMOTRANSFOBICO
Assolutamente d’accordo
La legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere, abbandonata in Senato e nata, alla Camera, con un vizio di fondo che è quello di prevedere delle attenuanti, come se omofobia e transfobia possano essere considerate, in una qualche occasione, una libera manifestazione del pensiero e non un’arma che colpisce nel profondo della dignità dell’essere umano. E’ urgente aggiornare la Legge Mancino, unico strumento di contrasto alle discriminazioni ed ai crimini d’odio, ma non basta: serve una strategia quadro a livello nazionale che preveda anche interventi nelle scuole e tra la cittadinanza con l’obiettivo di costruire una società basata sul rispetto delle diversità. Sostengo la necessità di una legge nazionale che inserisca nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità consapevole. Credo inoltre che l’UNAR (Ufficio nazionale Antidiscriminazioni) debba essere trasformato in Autorità Nazionale Antidiscriminazioni, che sia legittimata democraticamente ma autonoma dalla politica e dal governo, con pieni poteri, esattamente come veniva inizialmente prevista dalla normativa europea che ne chiedeva l’istituzione.
4 – ACCESSO ALLE FECONDAZIONE ETEROLOGA PER TUTTE LE DONNE
Assolutamente d’accordo
Concordo pienamente con quanto scritto nella vostra piattaforma: dobbiamo ripensare la legge 40 del 2004 “al fine di garantire l’accesso alla fecondazione eterologa a tutte le donne, anche omosessuali e single, con riconoscimento della genitorialità alla nascita e risoluzione delle problematiche di riconoscimento del rapporto genitori figli per le famiglie omogenitoriali già esistenti”. Su questi temi ci siamo espressi chiaramente all’interno del nostro Manifesto dove abbiamo dedicato un capitolo “Diritti (e dov’eri?)” al’elaborazione di queste proposte (https://www.possibile.com/wp-content/uploads/2015/06/ManifestoPossibile160917.pdf)
5 – VERSO LA DEPATOLOGIZZAZIONE DELL’IDENTITÀ TRANS
Assolutamente d’accordo
In diverse occasioni pubbliche ho chiesto scusa alle persone transessuali a nome di una politica che per troppi anni le ha, volutamente e per scelta, dimenticate. La politica ha calpestato la storia e la dignità delle persone transessuali costringendole a vivere ai margini della nostra società. E’ arrivato il momento di invertire la rotta, a partire da un percorso di depatologizzazione della transessualità mantenendo però attivo il sostegno pubblico alle persone che intraprendono il percorso di cambio della propria identità. Servono norme chiare e snelle che riconoscano a tutte e tutti la libertà di autodeterminarsi in pieno rispetto della propria identità di genere. Non è più accettabile che la definizione della nostra identità possa essere rimessa alla decisione di terzi. E servono norme minimali, per snellire e rendere accessibili pratiche sanitarie e burocratiche. Il tutto accompagnato da una campagna culturale che liberi le persone in transizione dallo stigma dello stereotipo e del pregiudizio che le costringe ai margini della società.