Voto Arcobaleno
Voto Arcobaleno
Palazzotto Erasmo

Palazzotto Erasmo


Candidato/a alla Camera
per il collegio uninominale Sicilia 1 - 01e per i collegi plurinominali Sicilia 1 - 01 / Sicilia 1 - 02 (Posizione in lista: 1)


Ha aderito alla piattaforma

La piattaforma di proposte presentata da Arcigay alle candidate ed ai candidati delle prossime elezioni politiche è non solo da assumere totalmente ma è anche da considerare la base minima di discussione per chiunque abbia a cuore una società fondata sulla valorizzazione delle Differenze però nell’uguaglianza di Diritti. Molto di più e molto altro si potrebbe e si dovrebbe fare in tema di educazione, formazione, Cultura e Salute, in un paese che rispetto al resto del mondo sembra a tutt’oggi ancorato ad una sessuofobia e ad un maschilismo non più tollerabili.

Entrando nello specifico, rispettando pienamente il senso del nome stesso di una forza politica che ha scelto di chiamarsi Liberi/e E Uguali, non solo sono stato nella scorsa legislatura firmatario di una proposta di legge per il Matrimonio Egualitario ma, dopo l’approvazione del testo noto come Legge Cirinnà, sono convinto che il nostro nuovo obiettivo debba essere quello della riscrittura del Diritto di Famiglia attraverso l’eliminazione di ogni vincolo discriminatorio in ognuno degli Istituti oggi presenti nel nostro ordinamento: il Matrimonio deve essere accessibile a tutti/e esattamente come le Unioni Civili ed i Patti di Convivenza; senza alcuna distinzione fondata sul Genere e sull’Orientamento Sessuale ma pensando a “contratti” con diverse gradazioni di diritti e doveri in base alle scelte delle coppie. Lo stesso vale per le adozioni: dopo la triste modalità con la quale la Stepchild Adoption è stata stralciata dal testo sulle Unioni Civili, una parte consistente del Parlamento si è impegnata a modificare la disciplina delle Adozioni affunché possano accedere a questo Istituto anche le persone single e le coppie formate da persone dello stesso sesso. E questo non per garantire un diritto alle persone omosessuali ma per rispettare pienamente il diritto di ogni bambina ed ogni bambino di crescere in un ambiente di cura e di amore. Cura e amore che non dipendono dall’orientamento sessuale né dall’essere coppia ma dalla capacità di mettersi a disposizione dei bisogni e delle esigenze di ogni bambina/o.

Il contrasto all’omofobia deve partire da una vera riforma della Legge Reale-Mancino: il testo approvato alla Camera durante questa legislatura deve essere accantonato e dimenticato, essendo una riscrittura che ha svilito il senso della Legge per di renderla inefficace nel contrasto dell’omofobia. L’impostazione originaria della Legge va invece conservata per estenderne gli effetti ai reati commessi con l’aggravante dell’odio fondato sulla differenza di Orientamento Sessuale e/ o di Genere. A partire al punto che ha terrorizzato il Parlamento uscente: cioè la punibilità non solo delle azioni violente ma anche della propaganda e dell’istigazione all’odio.

Gli altri punti della piattaforma, infine, sono fondamentali in un Paese (e nelle sue Istituzioni) che consideri la Salute un diritto ed un presupposto ineliminabile per la realizzazione della propria felicità. Sebbene la legge a tutela delle persone transessuali abbia rappresentato, negli anni della sua approvazione, un atto di civiltà assolutamente all’avanguardia per il nostro Parlamento, oggi è arrivato il momento di adeguarla agli avanzamenti della piattaforma di rivendicazioni delle persone transessuali. La depatologizzazione, pur in un quadro di assistenza sanitaria e psicologica garantita e gratuita, è un passo fondamentale tanto quanto la libertà e l’autonomia di scelta del nome e dell’identità. Un Parlamento che riconosce che siamo dinanzi non ad una malattia ma ad una scelta consapevole (addirittura necessaria per le persone che decidono di avviare la transizione), il riconoscimento di tale scelta a partire dal nome e dall’identità non può essere vincolato ad un percorso medico né all’azione giudiziaria contenziosa ma deve essere rimesso alla volontà della persona portatrice della scelta. Sulla Legge 40 basterebbe in realtà rispettare le richieste delle Istituzioni Europee (quell’Europa le cui decisioni vengono invocate solo quando servono come alibi conveniente): la riforma che ha limitato l’accesso alla fecondazione eterologa sono già state duramente bocciate dal Parlamento Europeo. Questi limiti sono inaccettabili perché fondati su una discriminazione che non alcun senso, per chiudere il cerchio, quando si inizia a riscrivere il Diritto di Famiglia sulla base della ineludibile osservazione che la Famiglia fondata sul Matrimonio tra uomo e donna è ormai solo una delle possibili declinazioni del modo di essere “famiglie”.

La mia storia politica e personale ha sempre visto al centro le battaglie dei Movimenti e della comunità LGBTQ: non solo negli ultimi cinque anni da parlamentare ma anche e soprattutto da militante di Sinistra che ha assunto il principio della non esistenza di gerarchie tra diritti sociali e civili e tra i diritti tout court. I primi articoli della nostra straordinaria Costituzione possono trovare piena applicazione solo quando i diritti sono garantiti a tutti/e e non sono privilegi di pochi/e: per questa ragione il mio impegno non può che essere quello di essere da legislatore all’altezza della mia storia di militante.


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