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«Potere al popolo fa della lotta contro ogni tipo di violenza e discriminazione delle donne e delle persone lgbtqi una questione centrale. Il metodo è quello dell’autorganizzazione e non della delega e la visione quella di classe, in cui la condizione delle e dei migranti assume un significato fondamentale.
In particolare, rivendichiamo parità di diritti e di accesso al lavoro a prescindere dall’identità di genere o di orientamento sessuale, la rottura del sistema di ripartizione del lavoro di riproduzione sociale oggi a danno delle donne, fine dell’egemonia maschile nello spazio politico, soluzioni contro la violenza di genere e una legge contro l’omotransfobia, formazione culturale ed educazione contro il sessismo e per il riconoscimento delle differenze, il pieno diritto alla libertà sessuale e alla salute sessuale e riproduttiva contro l’obiezione di coscienza nelle strutture pubbliche, l’abrogazione di ogni risposta securitaria, perché la strada è quella dell’autodeterminazione delle donne e persone lgbtqi, il matrimonio egualitario per gay, lesbiche e trans, il riconoscimento della omogenitorialità, il diritto all’adozione a singoli o coppie omosessuali.
Questo, in maniera un po’ schematica, il nostro punto di vista. Ma la cosa più importante è che tutto questo noi pensiamo si debba conquistare sul terreno della lotta e del conflitto sociale.
L’esperienza di NonUnaDiMeno rappresenta per noi un percorso che tanto può dare alla lotta per una società in cui sia cancellato il patriarcato, assieme ad ogni tipo di violenza e discriminazione, di sfruttamento e chiunque cercherà a suo modo la felicità.»