Voto Arcobaleno
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Valer Antonella

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Candidato/a alla Camera
per il collegio uninominale Trentino-Alto Adige/Südtirol - 06


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Perchè mi candido con Liberi e Uguali in Trentino, anzi … “LiberE e uguali” perché ognuno/a lo declina nel suo genere

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana

C’è ancora molto da fare perchè l’articolo 3 venga applicato e l’uguaglianza sostanziale caratterizzi le relazioni tra cittadini/e in Italia.

Credo che il progetto di Libere e Uguali sia un modo per andare in questa direzione.

Per questo ho detto sì alla proposta di Liberi e Uguali Trentino e sarò la loro candidata alla Camera nel collegio orientale del Trentino

Fino ad ora mi sono tenuta distante dalla politica attiva nelle istituzioni, perché credo nella partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine, nel ruolo della società attiva, nella funzione essenziale dell’educazione e della formazione per la democrazia.

Credo nella politica come la definiva Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”.

Cresciuta negli anni ‘80 e ‘90 dell’individualismo, ho dovuto farne esperienza per scoprirlo. Durante il mio anno di volontariato sociale ho avuto l’opportunità di fermare la mia formazione e mettere il mio tempo a disposizione degli altri, ma soprattutto di cercare di capire come “funziona il mondo”, a partire da un desiderio e una domanda di giustizia.

Da lì viene la scelta di studiare economia politica, di condividere il percorso di “Bilanci di Giustizia”, di sperimentare il consumo critico e studiare modelli alternativi di economia. La scelta di dedicarmi alla formazione su questi temi e di insegnare (part time)economia e diritto agli adulti, nella scuola serale.

Poter studiare e facilitare lo studio della democrazia in classe, approfondire la conoscenza della Costituzione, scoprirne la bellezza e condividerlo con gli studenti è un grande privilegio.

La ricerca di uno stile di vita il più possibile rispettoso dell’ambiente e dei diritti, la scelta di consumare poco, di non possedere un’automobile mi hanno spinto a cercare di migliorare il sistema della mobilità sostenibile. Ho chiesto – e mi è stato concesso – di dare il mio contributo nel cda di Trentino Trasporti, di fondare insieme ad altri la cooperativa di Car sharing trentina, di partecipare alla scrittura di un disegno di legge popolare sulla mobilità sostenibile in Trentino.

Da qualche anno insegno anche agli studenti ristretti nel carcere di Trento, e lì gli articoli della Costituzione hanno un suono diverso, più profondo, più esigente. Mi piacerebbe che passassimo da una visione retributiva e punitiva della pena ad una riparativa e riconciliativa.

Trovo nelle linee programmatiche di Libere e Uguali la concretizzazione politica di una società più giusta e sostenibile.

A partire dalla priorità di ridurre le disuguaglianze e applicare l’uguaglianza sostanziale del secondo comma dell’art.3.

Si tratta di fare scelte di politica economica di segno diverso da quelle degli ultimi 20 anni. Nella direzione indicata dalla controfinanziaria di Sbilanciamoci (www.sbilanciamoci.org).

Si tratta cioè di rimettere al centro la persona (articolo 2 Cost) come valore in sé, e in relazione con altre. E promuovere l’accesso ai diritti (istruzione, salute) attraverso un intervento pubblico efficiente.

Di ridare dignità al lavoro e creare, lavoro buono, utile, sensato.

Ma anche di ripensare il modello stesso di società e di economia.

Trovo strategica l’alleanza con i Gruene sudtirolesi, che propongono di mettere in discussione il modello di sviluppo e ripensarlo, tenendo conto delle conseguenze sull’ambiente e sulle persone di tutte le scelte economiche ed energetiche.


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